Io sottoscritto Melcarne Luigi, nel pieno delle mie facoltà mentali, lascio questo testamento affinché, così come accade oggi, anche nella sventurata ipotesi mi trovassi nella condizione di non poter esprimerle, le mie volontà vengano rispettate.
Con questa non giudico la morale di nessuno e tanto meno impongo la mia, ma la metto al riparo da possibili atti di sciacallaggio che potrebbero venire, ad esempio:
da uno spregevole Presidente del consiglio che speculasse sul valore della vita solo per distogliere l'attenzione dall'emanazione di LEGGI RAZZIALI, articoli ad personam e riforme della giustizia che ledono lo stato di diritto.
Da politici leccaculo che dimenticano loro battaglie anche recenti (leggi Quagliariello e Capezzone) per patriottico servilismo al capo.
Da giornalisti ipocriti e viscidi che speculano ed offendono la dignità di persone morte, vive o in fin di vita per ignoranza e/o lecchinaggio (leggi Fede, Vespa, Giordano, Mulè).
Da uomini di fede, magari della mia stessa fede, che pretendano di imporre la propria visione della vita e della morte, dimenticando che anche il penultimo papa, ormai morente sul proprio letto, chiese di interrompere ogni forma di accanimento terapeutico.
Da uomini e donne comuni che, magari in buona fede, pretendano di interpretare le mie volontà pur non conoscendomi riempiendosi la bocca di termini dei quali ignorano anche il significato.
Ecco perchè io PRETENDO che, qualora mi trovassi in una situazione irreversibile di perdita delle funzioni corticali e coma irreversibile, ogni atto terapeutico non finalizzato al miglioramento della mia condizione venga interrotto, ivi compreso respirazione assistita, nutrizione parenterale, idratazione, dialisi e trasfusioni.
In fede, Luigi Melcarne