
Negli
ultimi anni i governi che si sono succeduti (parlo dell’Italia, nonostante la
pecca a cui faccio riferimento riguardi molti altri Paesi) hanno dedicato tempo
ed energie ad escogitare stratagemmi militari per combattere il terrorismo ma
nessuno ha mai pensato di affrontare il problema interrogandosi sulle sue cause,
così come la scienza ci ha insegnato a procedere. Ed ecco che uno spunto per
farci ragionare in questo senso ce lo dà l’Organizzazione Internazionale Save the Children che in un rapporto
consegnato alle Nazioni Unite intitolato “Nessuno a cui dirlo” ci spiattella in
faccia la triste realtà che si nasconde dietro alle missioni di pace, di
sicurezza e anche (e soprattutto, pare) a quelle umanitarie.
Nel
rapporto, stilato dopo aver effettuato delle ricerche in Costa d’Avorio, Sudan
e Haiti, si denunciano stupri, molestie e violenze commesse ai danni di minori
tra i 14 e i 15 anni (sono stati registrati anche abusi su bambini di 6 anni)
proprio da parte di coloro che sono stati mandati là per aiutarli. Ma la cosa
ancora più sconvolgente è che la maggior parte di questi episodi rimane
impunita a causa del timore che hanno i bambini di denunciarli. Timore anche
condivisibile visto che la loro sopravvivenza è affidata in grande misura agli
aiuti che le organizzazioni umanitarie offrono loro.
Chiaramente
non è in discussione il ruolo che queste organizzazioni svolgono in quelle zone
(la generalizzazione è sempre sbagliata) ma, come chiede anche Save the Children, è di vitale
importanza che si prendano delle contromisure per risolvere il problema. In
particolare nel rapporto si auspica l’istituzione di una figura di controllo a
livello globale che monitori gli sforzi nel contrasto agli abusi e promuova
risposte più efficaci in questo senso.
Quello
su cui vorrei focalizzare l’attenzione è il fatto che il rapporto “Nessuno a
cui dirlo” non è il primo di questo genere. Tempo fa un’altra inchiesta
svoltasi in Liberia aveva svelato le stesse brutalità cosi come i dossier sugli
stupri di minori in Afghanistan, Iraq ecc… Così mi chiedo: come si pensa di
combattere il terrorismo se seminando odio in questo modo non si fa altro che
fomentarlo? E’ normale poi che la jihad
dei fondamentalisti trovi un terreno fertile nella popolazione visto che le
accuse che vengono rivolte all’occidente hanno una corrispondenza nella realtà.
Manthix