Leggevo la versione on line de La Repubblica, vi era uno dei più
stupidi sondaggi degli ultimi tempi: di chi è la colpa del fallimento
di Alitalia? Cercare un colpevole, o quantomeno uno solo, è infantile,
stupido, insufficiente ed inutile.
Alitalia per anni ha goduto di
una condizione di monopolio di fatto, in questa situazione chiunque
riuscirebbe a far quadrare i conti, non cresceva molto, ma tutti erano
contenti; poi però la concorrenza delle conpagnie estere, dei voli low
cost, la parziale (o finta) privatizzazione avrebbero richiesto un
serio management, invece di tutti coloro i quali si sono invece
succeduti grazie alle loro amicizie politiche e non certo ai loro
curricula. La politica non ha mai voluto emanciparsi da quest'azienda,
offre troppe opportunità politiche, ricordiamo, una per tutte, la rotta
Roma Algenga voluta fortemente da Scajola per accaparrare qualche voto
in più nella sua Imperia ma che vide un numero di passeggeri mai
superiore a 18.
Nel contesto di tutto ciò si inserisce l'azione
(o azienda) sindacale che, così come in numerosi altri casi, più
attenta a difendere i propri affari, il proprio "potere" pìuttosto che
guardare gli interessi dei lavoratori; un mondo dove proteste legittime si intreccianoa privilegi imbarazzanti, invece di battersi per equi
stipendi e giuste condizioni di lavoro, denunciare speculazioni e mal
gestioni dei managers, hanno preferito tutelare se stessi, assicurarsi
un certo numero di assunzioni (a prescindere a meritocrazie ed esigenze
aziendali), introiti economici e visibilità (si organizza uno sciopero,
si blocca il traffico aereo e tutti si ricordano che esisti). Così come
Provenzano rinunciava alla propria libertà, viveva senza agi, mangiava
i frutti della terra senza godere degli affetti famigliari pur di
conservare il proprio potere (cumannari è maiu ca futtiri), nello
stesso modo i sindacati hanno rinunciato alla loro importante funzione
pur di mantenere il proprio "potere".
Arrivati ai giorni nostri
vediamo l'opera di Prodi, in passato anch'egli tra i responsabili di
tutto ciò, che riesce a trovare qualcuno pronto a prendersi sto ferro
vecchio, bramante la polpa buona ma disposto a sobbaccarsi anche quella
marcia. La trattativa però fallisce, da una parte mrB cerca di spremere
ancora Alitalia per averne dei ritorni elettorali, dall'altra i
sindacati, per paura di perdere quel loro "potere" (i francesi non sono
mica italiani) fanno finta di credere alla cordata italiana.
Nelle ultime ore mrB caccia dal cilindro magico (andando contro ogni
più elementare legge del libero mercato) una cordata di amici, o finti
nemici, ben disposti a fare un favore al Cainano pur di assicurarsi
qualche appalto per l'Expo (non a caso la maggiorparte degli
imprenditori CAI sono implicati nell'edile); d'altronde l'offeta non si
può rifiutare: comprare a prezzo di saldo la "good company", lasciando
allo stato i debiti della "bad"; con la consapevolezza di potersene
liberare tra cinque anni e facendo pure la figura dei "cavalieri
coraggiosi".
Però qualcosa non va, Quelli della CAI vanno oltre,
sanno che i lavoratori hanno le spalle al muro, vogliono spremerli. I
sindacati si svegliano dal loro torpore, si ricordano del loro ruolo,
cominciano a combattere, alcuni si arrendono, altri no.
Questo
intreccio di interessi economico-politico-sindacali si sta però
rompendo, anzi probabilmente è troppo tardi, a chi serve quindi trovare
UN colpevole? A mr B che vuole un capro espiatorio? Ai sindacati
impauriti della perdit di consenzi? Agli imprenditori che non
vorrebbero perdere l'occasione dell'Expo? o all'opposizione (intra ed
extra parlamentare) che potrebbe riacquistare consenzi? Non certo ai
nuovi disoccupati vittime di questo concorso di colpa.
MelGigiOGGI CONSIGLIAMO: Roberto Saviano